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Music school in Maizières-les-Metz

Costruire Febbraio 2011
n°333
Editrice Abitare Segesta spa

COSTRUIRE n°333 – février 2011 article sur le conservatoire de musique et la salle festive de Maizières-les-Metz, par Luca Maria Francesco Fabris

Massa MALLEABILE

La nuova architettura di Dominique Coulon, titolare della studio Dominique Coulon et associés con sede a Strasburgo, città dove insegna all'università locale, è un elemento dalla spiccata personalità, frutto della partecipazione a un concorso pubblico bandito nel 2005 dalla città di Maizières-lès-Metz, un centro a pochi chilometri da Metz, il capoluogo della Lorena. Il complesso conferma Coulon come une dei progettisti d'Oltralpe più interessanti. Dell'architetto francese, di cui abbiamo pubblicato nel 2009 il Centre dramatique a Montreuil, riconosciamo la scelta linguistica molto forte, basata sull'uso di un materiale pesante quale il cemento, e l'indubbia abilità nel rendere la massività un elemento malleabile e, per certi versi, permeabile. Il nuovo centro socioculturale di Maizières si chiama Le Tram, appellativo scelto da un'apposita commissione che ha unito la volontà dei ricordo - proprio qui, nel quartiere di Val Maidera, passava una vecchia tramvia operaia all'inizio dei secolo scorso - all'idea di trasformazione e di viaggio verso nuovi orizzonti culturali. Il complesso si presenta come un blocco monolitico di cemento armato a vista, lungo 100 metri e largo 40. Posta perpendicolarmente rispetto alla strada principale, la struttura si aggetta sul piazzale prospiciente per 16 metri formando un tutt'uno con la foresta di sequoie giganti che fa da sfondo alla costruzione. La combinazione tra i due elementi è suggestiva: un domani la verticalità dei grandi alberi bilancerà l'orizzontalità possente dei centro culturale e insieme formeranno un simbolico portale d'accesso alla cittadina. Il vasto piazzale che gli si pone di fronte si dissolve scomparendo sotto la sua struttura sospesa, diventando una lama di luce che porta a una scala monumentale attraverso cui si accede alla corte interna e all'atrio principale dei conservatorio. Le pareti di questo spazio aperto racchiuso dentro il grande blocco di cemento sono tinteggiate con una vernice fosforescente in modo che, al tramontare del sole, una strana luminescenza le ridisegni in modo meno definito. L'architettura di Coulon ospita una quantità di spazi dedicati alla musica declinati secondo le esigenze d'uso dei cittadini del piccolo comune, che conta poco più di 10 mila abitanti. Troviamo aule per corsi, locali a disposizione delle band giovanili locali, un centro per attività extracurricolari per gli scolari, una sala da ballo, un auditorium e una scuola di musica vera e propria. Elementi diversi che il progettista ha voluto combinare all'interno della grande scatola di cemento, giocando con giustapposizioni che mettono in risalto i contrasti fra un ambiente e l'altro. All'esterno la pelle dell'edificio, verniciata color polvere d'argento, lascia trasparire solo in parte la vitalità che pulsa al suo interne: solo grandi finestrature, interpretazioni surrealiste della tipologia del rosone, rivelano cosa avviene, ad esempio, nella sala da ballo, lasciando intravedere i passi di danza dei ballerini. AII'interno la luce naturale abbonda,trasportata dalle grandi corti colorate che la riflettono con accenti cromatici molto particolari. La configurazione degli spazi permette anche di proteggere gli interni dai rumori della vicina autostrada. Come nelle altre opere di Coulon, anche qui il rapporto pesante/leggero è la chiave di lettura di tutta l'architettura. Tagli, fori, prospettive, sospensioni e aggetti intervengono sulla superficie dell'edificio, contraddicendo apparentemente la normalità cui si è abituati. In questo casa il progettista definisce il campo di gioco, quello dei monolito perfetto, e lo mette subito in discussione creando una facciata che si avvolge come un nastro lungo il vasto perimetro, partendo da terra per poi alzarsi fino a raggiungere il seconda livello dei complesso, dove è ospitato il conservatorio vero e proprio. La continuità della massa viene cosi quasi spezzata, come appare sul fronte meridionale sul quale campeggiano, verniciate sul cemento, grandi scritte che descrivono le funzioni ospitate oltre quel piano verticale cieco. Una struttura, quella del Tram di Maizières, composta da cemento armato bianco gettato in opera su fondamenta puntuali. E la bravura di Coulon sta proprio nel trarre il meglio da questo materiale tutto sommato povero accettandone, all'esterno, anche i difetti. AI contrario, gli interni sono rifiniti in modo prezioso. La sala da ballo è rivestita total mente in legno chiaro, mentre il soffitto è forato a mostrare elementi dorati che riflettono la luce proveniente dai grandi buchi vetrati sulla parete esterna. L'auditorium è rivestito su tre lati da corde in tensione che si muovono al più impercettibile soffio d'aria. Dietro le corde trovano alloggio, scomparendo alla vista, i pannelli fonoassorbenti regolabili. La scelta di un legno pregiato come il wengé trasforma l'auditorium in un vero e proprio scrigno.

Il luogo per le attività extracurricolari dei bambini è basato su una monocromia totale arancione, un colore che satura lo spazio e lo rende scintillante, conferendogli volutamente un aspetto dei tutto artificiale, se non artificioso. Il complesso socioculturale è stato insignito dell'International architecture award 2010 dal Chicago athenaeum museum of architecture e design.